In cima alla Sardegna

La presente immagine, rielaborata digitalmente, è stata estratta dalla webcam pubblicata sul sito web www.bruncuspina.com

 Trasformiamo insieme un’incompiuta in una straordinaria occasione di sviluppo 

PREMESSE E INQUADRAMENTO GENERALE 

Nel secolo scorso, l’attrattiva rappresentata dalla neve e dallo sci ha costituito il fattore trainante dell’offerta turistica di molte destinazioni, non soltanto sulle Alpi, ma scendendo a quote e latitudini più basse, anche sugli Appennini fino ad arrivare alla Sardegna. 

 

Seguendo questa visione, ormai più di quarant’anni fa, si iniziò a parlare del cosiddetto Piano Neve da realizzare sulle montagne del Gennargentu per promuovere, attraverso il turismo invernale, l’economia dei comuni montani al centro dell’isola. Aritzo, Desulo e soprattutto Fonni, nel cui territorio comunale si trovano le vette più alte della Sardegna. 

Sul versante settentrionale del Bruncuspina esisteva già dal 1973 l’unico impianto di risalita di un certo livello in Sardegna, uno ski-lift al servizio di due piste lunghe circa un chilometro. Fu lungo quel crinale, favorevole per le sue caratteristiche, praticamente uniche, di elevazione e di orientamento verso Nord, che venne basato l’asse portante del Piano Neve sardo, denominato formalmente come “Lavori di recupero ambientale e di riqualificazione delle infrastrutture del Bruncuspina – Gennargentu, riqualificazione della montagna sarda”. Era dunque lì, nel territorio di Fonni, che sarebbe stata realizzata una moderna seggiovia in grado di trasportare in vetta fino a 1000 sciatori ogni ora. La Regione Sardegna stanziò per il programma 5 milioni di euro. 

Occorsero diversi decenni per passare dalle intenzioni ai fatti. Dal 1996 si dovette attendere infatti il 2018 perché la seggiovia venisse effettivamente realizzata e, almeno dal punto di vista strutturale, completata. Ma da allora, dopo altri cinque anni di attesa, l’impianto non è mai entrato in funzione. 

A oggi sono stati spesi a Bruncuspina poco meno di 2 milioni di euro dei complessivi 3,5 milioni appaltati e finanziati dalla Regione. 

 

È tuttavia accaduto che nel corso dei decenni trascorsi in attesa dell’inaugurazione del nuovo impianto di risalita, gli effetti dei cambiamenti climatici hanno reso le precipitazioni nevose sempre più rare, imprevedibili e meno abbondanti rispetto al passato, non soltanto in Sardegna, ma nell’intero continente europeo. 

Secondo il dossier “Nevediversa 2022” di Legambiente, sono ben 234 gli impianti di risalita dismessi in Italia, in aumento di 54 unità rispetto all’anno precedente, e sono 135 quelli temporaneamente chiusi (+ 22 rispetto all’anno precedente), tra i quali anche quello di Bruncuspina. 

Ciò comporta un’indispensabile e radicale rivisitazione della visione che aveva portato alla realizzazione della seggiovia di Fonni, non più dunque base portante del Piano Neve, ma elemento di un Piano Montagna più vasto e articolato. 

 

BRUNCUSPINA – IL PROGRAMMA, LA SITUAZIONE ATTUALE E LE ANALISI DI GESTIONE 

Del piano d’investimento programmato e appaltato nel 2017 non è al momento stato realizzato il centro servizi alla base della seggiovia, che dovrebbe ospitare il rifugio con il bar-ristorante, le aree comuni, il deposito – noleggio di sci e attrezzature, i servizi igienici. Anche a monte della seggiovia manca qualsiasi struttura, compreso quel rifugio – belvedere che era stato previsto nei progetti preliminari, promossi come concorso di idee dal Comune di Fonni negli anni 2009 – 2010. 

Non risultano nemmeno essere state completate l’area parcheggi e la viabilità finale che conduce alla seggiovia, lungo la strada comunale Donnortei - Bruncuspina. 

È chiaro che senza queste strutture, in parte assolutamente indispensabili, è difficile immaginare un reale utilizzo dell’impianto e una significativa valorizzazione economica dell’investimento sin qui realizzato per l’impianto di risalita. Si tratta di capire quali ostacoli abbiano finora impedito il completamento delle opere, oggetto comunque del contratto d’appalto del 2017, se e come tali ostacoli possano essere superati. 

Fatta questa necessaria premessa, passando ad analizzare il Piano di Gestione di Bruncuspina, “Analisi costi – benefici”, elaborato dal Comune di Fonni nel 2019, non si può non osservare come lo stesso appaia pesantemente viziato da due decisivi limiti: 

  • L’eccessiva focalizzazione verso un utilizzo della struttura come stazione sciistica, al quale è attribuita una quota preponderante dei ricavi. 
  • Una valutazione del bacino d’utenza della struttura completamente errata, perché basata esclusivamente sui soli dati storici proposti dallo Sci Club Fonni, riferiti al vecchio ski-lift, e su quelli degli arrivi e delle presenze turistiche a Fonni negli anni passati 

 

In aggiunta, anche i ricavi indicati nell’Analisi, in termini di valori unitari di riferimento, appaiono in parte non corretti e disallineati ai prezzi di mercato. 

Senza nemmeno andare a valutare la congruità dei costi riportati nella citata Analisi, risulta dunque chiaro che tali criteri di valorizzazione dei ricavi portano a una sottovalutazione notevole e decisiva del potenziale della struttura di Bruncuspina. 

 

L’OPPORTUNITA’ BRUNCUSPINA 

L’area di Bruncuspina, e la presenza di un suo impianto di risalita già realizzato, possiedono caratteristiche tali da rappresentare punti di forza assolutamente imbattibili. 

Si tratta di caratteristiche geografiche uniche che garantiscono al Bruncuspina una serie formidabile di opportunità e di strumenti di marketing da utilizzare per promuoverle: 

  1. La cima più alta della Sardegna - (punta La Marmora dista meno di un chilometro lungo la cresta) 
  2. Il punto di accesso per chiunque alle aree più elevate del Gennargentu 
  3. L’unico pendio oltre i 1400 rivolto verso nord 
  4. L’unico impianto di risalita della Sardegna 

E’ evidente che nessuno di questi elementi di attrazione, compreso l’impianto di risalita, può essere replicato sull’intero territorio dell’isola. 

La prima conclusione è a questo punto scontata e determinante: Bruncuspina non ha concorrenti! 

È difficilissimo trovare un analogo caso di una situazione di monopolio di fatto, per di più non replicabile, nel mercato dei beni e dei servizi. 

 

Ecco perché, come è stato scritto, la valutazione del bacino d’utenza, proposta dall’Analisi comunale, dell'impianto e delle strutture (da realizzarsi) di Bruncuspina è clamorosamente sbagliata. 

Il bacino d’utenza potenzialmente sfruttabile da Bruncuspina è rappresentato da 1.6 milioni di abitanti della Sardegna e da 4,5 milioni di turisti che arrivano nell’isola, per un totale di oltre 6 milioni di possibili visitatori! 

Sei milioni contro le poche decine di migliaia prese in considerazione dall'analisi commissionata dal Comune di Fonni…. 

Non si tratta affatto di un’iperbole, ma di un dato sul quale lavorare per costruire il futuro della montagna di Fonni e delle comunità vicine. 

 

RIFLESSIONI E SPUNTI 

  1. Chiunque in Sardegna voglia salire agevolmente sulla cima della Sardegna deve passare dalla seggiovia di Bruncuspina. 
  2. Chiunque in Sardegna voglia fare trekking, mountain bike, passeggiate con le ciaspole sulla vetta della Sardegna e sul Gennargentu, può farlo partendo dalla seggiovia di Bruncuspina. 
  3. Chiunque in Sardegna voglia semplicemente ammirare il paesaggio, scorgere il mare, ammirare l’immensità delle stelle, fare yoga, prendere un aperitivo al tramonto o uno spuntino all’alba, magari festeggiare un matrimonio originale o qualsiasi altra ricorrenza, e farlo dal punto più alto della Sardegna senza fatica, deve salire con la seggiovia sul Bruncuspina. 
  4. Chiunque voglia trascorrere una o più giornate sugli sci o sullo snowboard in Sardegna, senza affrontare costose e complicate trasferte sulle Alpi, deve salire sul pendio di Bruncuspina con la seggiovia e scendere lungo le sue piste. 

Non possono esserci dubbi che, realizzandone i presupposti già citati (rifugi, servizi e viabilità), creando uno storytelling stimolante per promuoverla, l’area di Bruncuspina può rappresentare una 

offerta turistica straordinaria e unica in Sardegna, se solo si considera che sono sufficienti poco più di due ore per raggiungerla da Cagliari, da Sassari e dalla Costa Smeralda. Poco più di una dalle coste di Orosei, Dorgali, Arbatax e del Sinis. Sei milioni di visitatori potenziali a non più di tre ore di distanza. 

 

UN ULTERIORE SPUNTO 

Non c’è mai bisogno di spremersi le meningi per cercare soluzioni, quando è sufficiente guardarsi attorno con un minimo di curiosità. 

Basta vedere cosa fanno i veri maestri del turismo montano invernale, ma anche e soprattutto di quello estivo: il Sud Tirolo o Alto Adige: “l'Alpin Bob, la pista da slittino su rotaia, è una vera attrazione per tutta la famiglia. Permette di provare tutto l'anno l'emozione di una discesa in slittino lungo piste che in alcuni punti corrono a dodici metri di altezza e, superando anche 150 metri di dislivello, permettono di raggiungere una velocità di 36 km/h”: 

Alpin Bob in Alto Adige: lo slittino su rotaia (suedtirol.info) 

 

Un possibile ulteriore investimento, da programmare utilizzando una parte della quota residua del finanziamento regionale di 5 milioni di euro (per ora appaltato per circa 3,5 milioni), con un impatto ambientale limitato, ma in grado di garantire un ritorno economico reale e consistente durante tutto l’anno, in particolare d’estate.

Un ulteriore spunto di riflessione sul quale invito a ragionare. 

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