
C’ È ANCORA UNA SPERANZA PER LA SARDEGNA
E IL CORONAVIRUS HA SCOPERTO LE CARTE
Quando con Andrea Caruso abbiamo iniziato a parlare del modello svizzero proponendo di applicarlo alla Sardegna, nuovo Canton Marittimo, sotto la guida di un team di esperti elvetici, in tanti, anzi quasi tutti, hanno sempre obiettato "ma i sardi non sono come gli svizzeri, noi siamo indisciplinati, noi non abbiamo senso civico, mentre loro sono così precisi e noiosi... abituati a rispettare puntualmente (come orologi...) le regole. Non potrebbe mai funzionare...".
Con Andrea sapevamo che quei discorsi erano esclusivamente frutto di luoghi comuni superficiali.
Sapevamo, invece, verificandolo direttamente di persona nel corso delle visite in Svizzera e frequentando i nostri amici d’oltralpe, che la realtà è ben diversa, che:
- gli svizzeri non hanno affatto l’ordine scritto nel loro DNA, come nessun uomo e tanto meno nessun popolo lo ha;
- non è vero neanche che gli svizzeri siano noiosi. Per lo meno una gran parte di loro non lo è. Quando c’è l’occasione si divertono anche loro, né più e ne meno di noi;
- i sardi che vivono in Svizzera sono diventati quasi sempre dei talebani del rigore e dell’ordine, molto più degli autoctoni;
- sono le regole chiare, precise e quasi sempre condivise (in Svizzera, attraverso i referendum) che creano l’ordine, non le persone che le rispettano a farlo.
La vera natura umana, quella dello svizzero come del sardo, del cinese come dell’australiano, del senegalese come dell’argentino, è pressoché identica, plasmata e adattata dall'ambiente che circonda ogni individuo.
È la teoria sociologica delle “finestre rotte” che spiega molto bene come l’uomo agisce e si comporta in funzione del contesto nel quale vive e si muove: disordine provoca altro disordine, come l’ordine e il civismo si autoalimentano nelle comunità virtuose.
https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_delle_finestre_rotte?wprov=sfti1
La catastrofica epidemia scatenata dal coronavirus ha scoperto le carte in maniera esemplare: gli svizzeri spesso si comportano da irresponsabili e da indisciplinati, tipicamente come normalmente fanno gli italiani, e per contro gli italiani fanno invece i rigorosi e i pignoli come, e peggio degli svizzeri.
Alcuni esempi lo dimostrano.
Ieri leggevo su Facebook il post pubblicato da Karine Bruchez, quello che potete vedere nell’immagine a corredo di questo post.
Con Andrea abbiamo conosciuto Karine, qualche anno fa. É la sindaca di un delizioso villaggio medievale, con poco meno di mille abitanti, Hermance nel Cantone di Ginevra, sulle rive occidentali del Lago Lemano (o di Ginevra, come è meglio noto in Italia).
Hermance è l’emblema del classico paesino svizzero, ricco, ordinatissimo, pulitissimo, perfetto, senza una foglia fuori posto.
Ieri Karine ha dovuto richiamare severamente all'ordine i propri concittadini, incoscientemente incuranti della serietà delle prescrizioni dettate per contenere il coronavirus.
Senza poster minacciosi come quelli (contestatissimi) del sindaco di Cagliari, ma più semplicemente con un post su Facebook, anche il sindaco di Hermance ha da ieri dovuto vietare l’accesso alla spiaggia sul lago, al parco che la circonda, al campeggio,vietando inoltre il kitesurf e i bagni nel lago: in troppi, come ha scritto Karine, stavano contravvenendo alle regole di contenimento imposte dalle autorità cantonali.
Praticamente stavano comportandosi come fanno gli italiani incivili e indisciplinati...
Questo perché probabilmente anche lì, come da noi, le norme d’urgenza approvate per combattere il virus lasciavano aperte delle scappatoie.
Come, dall’altro lato delle Alpi, valutare i comportamenti, tipicamente elvetici, ai quali in un batter d’occhio la maggior parte degli italiani (e dei sardi) si sono adeguati e conformati?
Le file perfettamente ordinate per l’accesso ai supermercati sono l’esempio più evidente e ... quasi inquietante.
Per non parlare dello stato di polizia auto-costituito da tanti cittadini pronti a denunciare il vicino che viola i divieti di uscire, che esce per fare una passeggiata, fino a quasi far rischiare il linciaggio al runner di turno.
Ma questa non è forse una delle critiche più pesanti mosse agli svizzeri: la pubblica riprovazione, a volte fastidiosa, che può culminare nella delazione per chi non rispetta le regole???
Insomma, in questa eccezionale situazione di emergenza noi siamo diventati più svizzeri degli svizzeri e gli svizzeri più italiani degli italiani.
Noi l’avevamo capito da tempo, il coronavirus oggi lo dimostra chiaramente: con la Svizzera come modello e come maestra che ne illustra e ne coordina il funzionamento, la Sardegna potrebbe veramente diventare il 27° cantone della Confederazione e i sardi i migliori allievi degli insegnanti elvetici.
Il futuro diverso che abbiamo sognato per la Sardegna non è mai stato così evidente e così, plasticamente realistico, come l’emergenza sta dimostrando !!!
La ricostruzione umana, economica e sociale che ci attenderà al termine di questo periodo che ha improvvisamente e drammaticamente stravolto le nostre vite, potrà partire proprio da qui: avremo l'occasione per lavorare insieme alla realizzazione una Sardegna migliore.
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