Andrea Mura, ma quanto ci costi ?!?

Il caso scoppiato dopo la denuncia di assenteismo parlamentare del velista/deputato del Movimento 5 Stelle Andrea Mura ha tenuto banco per diversi giorni, sino a culminare nella lettera, inviata al Presidente della Camera, con la quale Mura ha presentato le proprie dimissioni da membro del Parlamento.

 

Le dimissioni invocate da tanti, a partire dagli stessi vertici del M5S che lo avevano candidato, alla fine sono arrivate: di fronte a quello che lui ha definito “un linciaggio mediatico senza precedenti”, Andrea Mura ha rinunciato al seggio alla Camera dei Deputati.

 

Per molti è stato un gesto apprezzabile, non scontato e per questo raro, quello con cui il velista sardo ha rinunciato a tutti i privilegi che la carica gli garantiva, a partire da quelli economici tutt’altro che trascurabili. Secondo altri si è trattato di una scelta obbligata dovuta alla necessità di non distruggere con i suoi sponsor quell’immagine di sportivo di successo che Mura si era conquistato sugli oceani.

 

Ma ciò che nessuno analizza con un po’ di approfondimento sono le conseguenze di questa decisione di Andrea Mura, di questa vicenda che getta una grave ombra anche sui responsabili del Movimento in Sardegna che all’inizio dell’anno avevano deciso sorprendentemente di spendere quel nome famoso, candidando un velista di successo sino a quel momento lontano dalla politica.

Conseguenze che coinvolgono tutti noi cittadini.

 

Le dimissioni di un deputato, eletto in un collegio uninominale, impongono infatti le cosiddette elezioni suppletive per sostituire quel parlamentare. 

http://www.camera.it/leg17/146?indice_legge_elettorale=6&legge_elettorale_numeroarticolo=Art.%2086

 

Si parla della possibile, inquietante, candidatura nel collegio di Cagliari, nel quale era stato eletto Mura, nientemeno che del redivivo Berlusconi  che potrebbe ripartire dalla Sardegna per tornare in Parlamento, ma nessuno ha sinora messo in evidenza quanto costerà ai cittadini l’imbarazzante parentesi politica di Andrea Mura.

 

Sì, quanto ci costerà la scelta, rivelatasi approssimativa e sciagurata, del Movimento 5 Stelle di proporre e far eleggere un candidato, come minimo, non adeguato?

E quanto ci costerà la grande superficialità dimostrata in questo caso dallo stesso Andrea Mura, abituato a pianificare e a prepararsi scrupolosamente per affrontare con successo le competizioni e le tempeste oceaniche, che invece ha sottovalutato e improvvisato il suo impegno, per certi versi non meno gravoso, sui banchi del Parlamento italiano?

 

Il ministero degli Interni ha quantificato in 315 milioni di euro il costo complessivo delle elezioni politiche tenutesi lo scorso 4 marzo, quando Mura è stato eletto; considerando che gli aventi diritto al voto erano allora poco meno di 51 milioni, significa che il costo teorico per ogni potenziale votante è stato di circa 6 euro.

 

Il collegio uninominale di Cagliari, che comprende anche Quartu, Monserrato e altri cinque comuni, nel quale si dovranno tenere le elezioni suppletive, è composto da 240 mila elettori.

 

Dunque il conto è presto fatto: 240.000 x 6 = 1.440.000 €

 

Si tratta di quasi un milione e mezzo di euro, per aprire e allestire le scuole dove votare, per pagare gli scrutatori, per stampare le schede, per coprire i costi delle forze dell’ordine che vigileranno sul voto.

E in questa cifra non si tiene conto del costo che ogni cittadino spenderà personalmente per recarsi al seggio e votare...

 

Di questa somma importante di denaro pubblico, letteralmente bruciata, non si parla da nessuna parte.

 

Non sembra essere un problema per i media, ma soprattutto non sembra essere un problema di coscienza per Andrea Mura e per i responsabili  a 5 Stelle questo vergognoso, quanto inutile, spreco di risorse.

 

Purtroppo è solo l’ennesima dimostrazione che in Sardegna, come in Italia, indipendentemente dalla facciata e dal simbolo del partito, troppo spesso la politica non è presa sul serio, che l’impegno e il dovere civico sono quasi un “optional”, che la sterile polemica e lo scambio reciproco di accuse sono ciò che conta di più, soprattutto, che i soldi della collettività si possono buttare impunemente.

 

Come tante volte abbiamo sostenuto, purtroppo, con questo approccio non si va da nessuna altra parte se non verso un baratro sempre più profondo


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Commenti: 1
  • #1

    Giovanni (giovedì, 09 agosto 2018 10:57)

    Ma di solito non entra il primo dei non eletti della stessa lista?