É il buon senso che dovrebbe sempre guidare le azioni, ed é il buon senso ciò che purtroppo invece spessissimo manca a chi amministra, a chi crea le regole per il funzionamento di una comunità e a chi di queste regole fornisce la propria interpretazione senza ragionevolezza e astraendole dalla realtà.
É il buon senso troppo spesso, nell’Italia delle mille norme, contorte e contraddittorie, dei mille poteri che vogliono far prevalere le loro prerogative autoreferenziali rispetto all’interesse comune, ciò che manca e ha portato la nazione alla situazione, tragica, nella quale si trova oggi...
Quanto sta accadendo a Norcia in questi giorni dimostra inequivocabilmente quest’approccio paradossale e deleterio.
A Norcia, ancora sconvolta dal terremoto del 2016, il centro polivalente "Norcia 4.0", realizzato con i fondi "Un aiuto subito - Terremoto Centro Italia 6.0" raccolti dal Corriere della sera e dal Tg di La7, era stato inaugurato il 30 giugno del 2017, con l'apertura del primo di quattro padiglioni ideati come spazi collettivi "temporanei", sottolineava anche la comunicazione all'epoca dell'evento, in attesa della ricostruzione integrale degli edifici pubblici danneggiati dal sisma del 30 ottobre 2016. Distribuito su una superficie di 450 metri quadrati, il centro ospita due sale polivalenti (una da 150 posti e una da 70), divise da un blocco servizi centrale.
Realizzati in legno ("materiale a elevata resistenza e flessibilità - si legge sul sito stefanoboeriarchitetti.net, ndr), che risponde in primo luogo all’esigenza di ottenere una struttura costruttiva antisismica") con il contributo della Filiera del Legno Friulana, caratterizzati da ampie vetrate e da una copertura a falde che riprende l’andamento sinuoso dei circostanti Monti Sibillini, i padiglioni avrebbero inglobato una piazza centrale. Mentre la loro disposizione avrebbe generato "relazioni e prospettive nuove" sul paesaggio circostante, caratterizzato dal tipico ecosistema delle “marcite” a sud e dal centro storico della città “dentro le mura” a nord.
Un’ opera bella dal punto di vista architettonico, pur nella soggettività di questo giudizio, e sicuramente apprezzata e utile per la comunità della cittadina umbra.
Purtroppo però questo non é il parere della Procura di Spoleto che ne ha disposto il sequestro e la chiusura immediata, oltre all’avvio di un’indagine nei confronti del sindaco di Norcia e del direttore dei lavori, lo stesso architetto Boeri, per violazione delle norme edilizie.
Secondo l'accusa, "manca un titolo abilitativo valido e sono stati violati i vincoli paesaggistici del Parco naturale dei Monti Sibillini e dei siti Natura 2000".
Se in punta di diritto le motivazioni addotte dalla magistratura di Spoleto potrebbero forse avere, dal punto di vista teorico e astratto, un fondamento giuridico, é però evidente come in questo, come quotidianamente in infiniti altri casi anche meno eclatanti, le norme andrebbero interpretate secondo il principio della ragionevolezza e dell’equilibrio, appunto, del buon senso.
Ma a Norcia oggi, come nel resto d’Italia ieri e domani, il buon senso é merce rara.
Conta più di ogni altra cosa il principio astratto, il rispetto ottuso della regola, il far prevalere l’esercizio del potere (piccolo) del funzionario pubblico, del magistrato o del burocrate di turno.
L’interesse collettivo non è importante, le ragioni sacrosante soccombono dietro il cavillo o l’interpretazione arzigogolata: questa è l’Italia che ogni giorno sprofonda verso l’abisso.