"Storia del Federalismo Elvetico" di Federico Cartelli


«Perché la Svizzera è costantemente tra i Paesi più competitivi del mondo? Naturalmente perché è ben organizzata. 

Ebbene, i princìpi che danno l’impronta all’organizzazione di un Paese sono nella sua Costituzione, ed essa è figlia della sua storia

 

Il movimento Sardegna Canton Marittimo è nato proprio per proporre quel modello politico e amministrativo efficiente che possa consentire alla futura Sardegna Indipendente, liberatasi finalmente dal fallimentare sistema italiano, di raggiungere quel benessere che la sua ricchezza ambientale, storica e culturale potrebbero offrire a tutti i suoi abitanti, compresi quelli costretti ad andare via per potersi costruire una vita.

 

Il modello è quello della Svizzera e della sua Confederazione di Cantoni, della quale, un nuovo interessante libro di Federico Cartelli, ripercorre la storia secolare: Storia del Federalismo Elvetico.

 

Come molto interessante, quasi istruttiva, è la prefazione al libro, scritta da Giancarlo Pagliarini, che illustra in maniera chiara e precisa i punti fondamentali sui quali si basa la formula vincente della Svizzera, ben delineati dalla sua Costituzione, riscritta ed entrata in vigore nel 1999.

Partendo  proprio dall’analisi del contenuto del “Preambolo” che introduce l’attuale  Costituzione Federale, rappresentandone il collegamento ideale con le precedenti Costituzioni elvetiche del passato e che esplicita alcuni di quegli elementi che caratterizzano l’ossatura del patto che unisce i confederati. 

 

«Il Popolo svizzero e i Cantoni sono coscienti delle acquisizioni comuni e dello loro responsabilità verso le generazioni future»

 

Come scrive Pagliarini, questo principio è invece del tutto ignorato in Italia, dove alle nuove generazioni viene lasciato soltanto un sistema-paese che non funziona, affondato dalle migliaia di miliardi di euro di debito pubblico e da una burocrazia inefficiente e asfissiante. 

 

«Il Popolo svizzero e i Cantoni sono determinati a vivere la loro molteplicità nell'unità, nella considerazione e nel rispetto reciproci»

 

Una confederazione, quella svizzera,  che vive e prospera dunque facendosi forte delle differenze e diversità delle sue parti componenti, tutte con pari dignità e unite per perseguire l’obiettivo comune, e non dominata da un potere centrale che vorrebbe imporre per legge un’ armonizzazione innaturale.

 

Come avviene da secoli, a partire dal Patto del 1291, sancito dai tre primi Cantoni, che diede origine alla Confederazione Elvetica, richiamato nella Costituzione promulgata oltre settecento anni dopo.

«Il Popolo svizzero e i Cantoni sono risoluti a rinnovare l'alleanza confederale e a consolidarne la coesione interna, al fine di rafforzare la libertà e la democrazia, l'indipendenza e la pace, in uno spirito di solidarietà e di apertura al mondo»

 

Sono dunque questi chiari principi dì solidarietà sociale, di unitarietà e di rispetto reciproco tra le tante anime identitarie che convivono nella Confederazione, di responsabilità verso le nuove generazioni, che sono i primi elementi fondamentali alla base della struttura politica, snella e non oppressiva, nella quale è sempre il cittadino ad essere sovrano, a fare della Svizzera il modello di successo, universalmente riconosciuto, consentendo a un piccolo Paese, perlomeno a livello territoriale, con un numero di abitanti inferiore a quello di tante capitali, di ottenere risultati straordinari e di primeggiare nelle classifiche mondiali nei campi più svariati.

 

Per chi vuole comprendere meglio e approfondire la “formula magica” della Svizzera, il libro di Federico Cartelli ripercorre i quasi  sette secoli e mezzo di storia trascorsi da quel primo di agosto del 1291, quando in un praticello che si affaccia sul lago dei Quattro Cantoni, nella  Svizzera centrale, le tre comunità di Svitto, Uri e Untervaldo, primi Cantoni della futura confederazione, stipularono il patto di mutuo soccorso e di cooperazione, diventato celebre con il nome di Patto del Grütli, sino ad arrivare all’odierna Svizzera di successo.

 

Per noi Sardi, quella della Svizzera rappresenta una lezione da studiare e il modello migliore dal quale trarre gli spunti per costruire, dalle basi, un possibile futuro Stato della Sardegna.

 

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