
Cosa c'entra Ercole con la Sardegna ???
Dei nostri studi scolastici è rimasto il ricordo, più o meno nitido, della mitologia greca, di dei e semidei, e di personaggi e fatti storici che convivono insieme nelle opere dei grandi autori greci. Da Zeus/Giove, a Era/Giunone, a Ettore e Achille, a Venere e Mercurio, passando per Ulisse, per Icaro e per il monocolo Polifemo.
Ma sono pochi i Sardi, e personalmente ammetto che non ero tra questi, che conoscono il mito che lega il forzuto Ercole alla Sardegna.
La Sardegna che «per Erodoto era l’isola più grande del mondo, appariva nei miti greci come una terra “felice”, che per grandezza e prosperità eguagliava le isole più celebri del Mediterraneo; le pianure erano bellissime, i terreni fertili, mancavano i serpenti, i lupi, altri animali pericolosi per l’uomo, non vi si trovavano erbe velenose (tranne quella che produceva il “riso sardonico”); collocata nell’estremo Occidente, l’isola veniva notevolmente idealizzata ».
In quella che allora veniva chiamata l' "Isola dalle Vene d'Argento" - Argyròphleps nesos - si ambienta, qualche millennio fa, uno di questi racconti epici che mischiano una buona dose di mitologia con eventi storici realmente accaduti.
Si tratta proprio dell'episodio che propone una connessione tra Ercole, l'Herakles greco, eroe e semidio, figlio di una donna, Alcmena, e di Zeus, famoso per la sua forza sovraumana, e la Sardegna.
Narra infatti Diodoro Siculo, storico vissuto poco prima della nascita di Cristo e autore di una monumentale storia universale, che Ercole, dopo aver compiuto le sue celebri Dodici Fatiche, prima di tornare dagli dei, dovette mettere in atto quanto ordinatogli da Apollo tramite un oracolo: fondare una nuova colonia in Sardegna, con la promessa che tutti coloro che avessero preso parte alla fondazione avrebbero ottenuto, per se e per i propri discendenti, la libertà per sempre.
L' ormai anziano Ercole, affidò al nipote Iolao, figlio del fratello e suo uomo di fiducia, il compito di guidare nell'isola i Tespiadi. Erano, questi ultimi, i figli che Ercole aveva avuto dalle 50 figlie del re di Tespi, città nei pressi di Atene, concessegli, una al giorno (secondo altre fonti tutte in una sola notte....), dal re stesso, per quella che evidentemente non venne considerata come una sua ulteriore fatica, ma forse una piacevole routine !!!
Fatto sta che la missione approdò, secondo il racconto, in Sardegna dove sotto la guida di Iolao, i greci si impossessarono delle fertili pianure, bonificarono la regione, vi piantarono alberi da frutta, costruirono edifici pubblici e di culto. Facendo persino arrivare sull'isola, nelle vesti di architetto, il famoso Dedalo, non questa volta per costruire un labirinto, ma numerose e grandi opere chiamate "Daidáleia", nelle quali si vorrebbero riconoscere gli antichi nuraghi, come creazioni ispirate dall'architettura micenea.
Ovviamente quanto raccontato dagli antichi storiografi è leggenda, ma a questa si collega una realtà storica, perché Iolao da il nome alla popolazione degli Iliensi che abitarono la Sardegna tra il secondo e il primo millennio avanti Cristo, dando vita alla civiltà nuragica.
È anche certo, rifacendoci alla figura mitologica di Herakles, Eracle o Ercole, ed arrivando ai giorni nostri, che la Sardegna avrebbe veramente bisogno di altre Dodici Fatiche di quel formidabile semidio per tornare ad essere quella terra "felice e prospera" che evocavano gli antichi Greci.
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santina (sabato, 15 aprile 2017 10:43)
Fantastico!!!