Che politica per un turismo escursionistico in Sardegna ?

Un territorio in buona parte sostanzialmente incontaminato, con una presenza umana molto limitata e un patrimonio ambientale unico in Europa, rappresentano  elementi di sicuro interesse per un certo tipo di turismo, sempre più importante numericamente,  alla ricerca di uno stile di vacanza attivo nel quale il viaggiatore non vuole limitarsi al  solo relax, ma è anche interessato a svolgere un'attività fisica, non necessariamente impegnativa, che lo porti alla scoperta della propria destinazione.

Silvio Guindani, uno svizzero che ama e conosce la Sardegna, avendone fatto la sua seconda casa, parla di questa interessante forma di turismo.

 


Da cinque anni in Sardegna per diversi mesi all’anno al fine di scoprire le bellezze dell’isola, per apprezzare la cordialità e l’accoglienza della gente, per gustare i  suoi prodotti genuini, per godere il sole, le spiagge, il mare … ma anche l’entroterra con le sue belle campagne e zone montagnose. Da Cuglieri, dove abbiamo la nostra casetta, mi avventuro ogni tanto nella piccola catena montuosa del Montiferru, zona vulcanica per eccellenza, cercando tracce di sentieri e un minimo di indicazioni per non perdermi nella macchia. Mica facile ! 

Altrove in Sardegna la situazione è migliore, ma la rete escursionistica e la segnaletica presentano spesso delle lacune. I sentieri esistono ma sono spesso scollegati tra di loro e mancano sopratutto le strutture di tappa per pernottare e  rifocillarsi. Segnaliamo per contro l’esistenza di una rete di sentieri interessante nel Supramonte, il famoso trekking « Selvaggio Blu » che si snoda attraverso cale, falesie, grotte, fiumi e macchia mediterranea. Sei tappe, non tutte facili facili con il sentiero non sempre presente e senza rifugi attrezzati.

 

Ultimamente, in Regione, è stata presentata una proposta di legge sul turismo escursionistico al fine di « valorizzare l’ambiente, la cultura e l’identità della Sardegna ». Secondo la consigliera Anna Maria Busia, uno degli scopi sarebbe quello di « sviluppare nuove attività produttive e professioni legate al turismo con investimenti modesti ma in grado di produrre una grande ricchezza ». La rete di sentieri sarda dovrebbe essere infrastrutturata e organizzata, con segnaletica, mappe, servizi, punti di sosta, connessioni con i sistemi di trasporto pubblico. Bel programma.

 

L’Assessore al turismo, Francesco Morandi, intenderebbe  promuovere una forma di « turismo ambientale sostenibile » con una campagna di promozione destinata al mercato tedesco con prodotti ben strutturati e competitivi come una rete escursionistica lunga 4500 chilometri e fruibile 10 mesi all’anno, estesa in tutto il territorio regionale comprese le aree interne e i piccoli comuni. Il finanziamento?  Morandi cita il Patto per la Sardegna con un intervento dello Stato di 30 milioni in 4 anni a sostegno della continuità territoriale.

 

Quello che manca sull’isola è la continuità della rete sentieristica, dei tratti di base che vanno da mare a mare che fungono da traino per tutta la rete di sentieri « secondari ». Secondo Paolo Loddo che commenta la proposta di legge su Linkoristano, in Corsica, ci sono per esempio « sentieri base » che funzionano da traino per tutto il resto come il GR 20 cha va da Nord a Sud, attrezzato da rifugi funzionanti lungo tutto il suo percorso.

Ma la rete escursionistica e la segnaletica non bastano. Si tratterebbe ancora e sopratutto di prevedere la gestione delle infrastrutture (i rifugi per esempio) e formare le guide o accompagnatori di montagna, giovani organizzati in cooperative. Sono stato ultimamente nel Parco Nazionale del Pollino che si trova a cavallo tra le regioni Basilicata e Calabria e qui le cose sembrano funzionare sia dal punto di vista della sentieristica che da quello della gestione delle infrastrutture e delle attività professionali legate al territorio.

 

Nel mio paese, la Svizzera, dove le montagne non mancano, la tradizione del « trekking » da rifugio a rifugio è ben ancorata. Gli svizzeri, come i tedeschi e gli austriaci, camminano e si identificano con la natura e le loro montagne. Le basi giuridiche per la conservazione e la promozione di una rete di sentieri attrattiva, sicura e ben interconnessa sono state sancite dalla Costituzione federale elvetica sin dal 1979. Un nuovo articolo costituzionale (art. 88) è stato approvato a larga maggioranza dal popolo svizzero e dai cantoni. A livello cantonale, vigono poi altre leggi, ordinanze e direttive vincolanti.

 

Non dimentichiamo le carte topografiche del territorio che in Sardegna non esistono! Ho dovuto spesso ricorrere alle carte dell’Istituto Geografico Militare, difficili da trovare e per niente pratiche. Si direbbe che per l’esercito Italiano i sentieri sono inesistenti.

 

Per riassumere: rete sentieristica coerente, segnaletica, ricettività in montagna e gestione delle infrastrutture, formazioni di giovani guide e creazione di cooperative, cartografia e base giuridica per un turismo escursionistico. Ecco gli ingredienti per una politica coerente e credibile.

 

- un contributo di Silvio Guindani

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Commenti: 1
  • #1

    Giovanni Napoleone (domenica, 24 luglio 2016 07:58)

    Tutto vero e basterebbe poco per realizzare una vera possibilità di percorsi articolati che attirerebbe turismo estero ed anche locale. Posti bellissimi, con sentieri esistenti ma senza indicazioni o difficilmente individuabili.