
La Sardegna è sull'orlo del baratro demografico, sociale ed economico.
Grazie ai suoi ultracentenari, la nostra Isola è studiata come una delle cinque Blue Zone del pianeta.
Ma guardiamo anche oltre questa nostra invidiabile eccellenza .....
Con 470 ultracentenari, la Sardegna è studiata in tutto il mondo come una delle cinque "Blue Zones" dell'intero pianeta.
Uno tra i territori con la più alta quota di centenari che, per una particolare alchimia di elementi, genetici, sociologici, climatici, nutrizionali etc., spesso pur avendo superato il secolo di vita continuano anche a condurre una vita attiva.
https://www.bluezones.com/2014/03/sardinia-exploration-lessons/
Questo fatto è certamente un vanto per la Sardegna e un primato invidiabile.
Tuttavia potrebbe anche essere letto come la punta dell'iceberg di un fenomeno invece molto meno positivo e assai più preoccupante per il futuro della nostra Isola: la Sardegna è ormai una terra di Vecchi, sempre più destinata a un pesante spopolamento.
Secondo approfonditi e qualificati studi demografici, la situazione è molto grave: ben 33 comuni, circa il 10% del totale, rischia concretamente di sparire nell'arco dei prossimi vent'anni, mentre l'attuale popolazione di 1.650.000 abitanti si potrebbe ridurre a 1.300.000 nel 2050.
L'invecchiamento della popolazione sarda, la bassa natalità e l'abbandono delle zone interne sono tutti elementi che si legano e contraddistinguono la Sardegna dal secondo dopo guerra.
Dal 1951 a oggi l'età media dei sardi è passata da 28,8 a 44,8 anni e nello stesso periodo la percentuale dei comuni in calo demografico ha raggiunto il 60% (228 comuni su 377) e di questi oltre un terzo (35,5%) con un decremento superiore al 40%.
Oggi 470 mila sardi, quasi un terzo della popolazione ha più di 60 anni e ben 172 mila hanno superato i 75 anni.
Se da una parte ci sono sempre più sardi anziani, solo 270 mila bambini e ragazzi nelle fasce d'età tra i 0 e i 19 anni sono pronti a prenderne il posto.
Se si incrociano questi dati demografici con quelli del reddito e del lavoro si capisce quanto la situazione, al di là dell'aspetto comunque drammatico del progressivo spopolamento, possa diventare esplosiva.
Infatti a fronte delle circa 450 mila pensioni pagate nell'Isola, per un totale di quasi 7 miliardi di euro (circa un quarto dell'intero prodotto interno lordo della Sardegna), ci sono decine di migliaia di giovani che non trovano una occupazione e non producono alcun reddito (né quindi possono contribuire ai consumi), con oltre il 50% di disoccupazione nella fascia di età 15-24 anni.
Nel frattempo ogni anno, oltre 7 mila giovani sardi (con questo trend sarebbero 140 mila nell'arco dei prossimi vent'anni), prevalentemente laureati, lasciano definitivamente la Sardegna in cerca di un'opportunità di lavoro e di vita.
Aggiungendo a questo che la Sardegna ha una quota tra le più alte in Europa di abbandono scolastico, intorno al 35%, abbiamo delineato un quadro completo.
Una futura Sardegna, fortemente spopolata, molto più vecchia, con pochi giovani, per di più prevalentemente non qualificati e spesso senza un lavoro e senza alcuna possibilità, di conseguenza una realtà con un economia sempre più povera e necessariamente in ulteriore, forte, contrazione.
Questo è lo scenario tragico che aspetta i nostri figli e la nostra terra....
Sempre che invece non si voglia cercare di invertire questo trend rovinoso.
Che lo si faccia con idee chiare, con convinzione, con una volontà condivisa e soprattutto uscendo dagli schemi, cercando soluzioni che possano anche essere considerate da alcuni come folli, ma che invece possono contenere grandi quantità di buon senso !!!
Prendiamo atto di dove ci hanno portato le scelte strategiche sbagliate e fallimentari che hanno contraddistinto sino a oggi la politica italiana e sarda: sull'orlo di un baratro dove già in tanti sono caduti....
Rimbocchiamoci le maniche tutti e mettiamoci a costruire insieme un Futuro diverso per la Sardegna !!!
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