Le riflessioni di un ticinese innamorato della Sardegna

Nel luglio 2011, con mia moglie che è Svizzera romanda, abbiamo comperato una casetta in Sardegna per approfittare tranquillamente dei nostri anni di meritata pensione. Conoscevo già un pò l’isola per esserci venuto in vacanza e per un periodo di lavoro nel lontano 1973 a Guspini, presso il caseificio locale. E mi sono sempre trovato meravigliosamente bene grazie sopratutto all’affabilità della gente, alla natura incantevole, a una gastronomia senza pari e a un mare turchino che da noi non esiste …

Nel luglio 2011, con mia moglie che è Svizzera romanda, abbiamo comperato una casetta in Sardegna per approfittare tranquillamente dei nostri anni di meritata pensione. Conoscevo già un pò l’isola per esserci venuto in vacanza e per un periodo di lavoro nel lontano 1973 a Guspini, presso il caseificio locale. E mi sono sempre trovato meravigliosamente bene grazie sopratutto all’affabilità della gente, alla natura incantevole, a una gastronomia senza pari e a un mare turchino che da noi non esiste …

Quando abbiamo preso conoscenza del progetto Cantone marittimo, dopo un primo momento di scetticismo ci siamo detti « é un’idea pazzoide, dunque geniale, da sostenere ». La strada sarà ancora lunga ed è importante vedere in un primo tempo se l’idea piace e se esiste la volontà di realizzarla. Venuto a conoscenza dell’iniziativa, un nostro amico ci disse « ma fate in fretta, 500 anni dopo la battaglia di Marignano é tempo di recuperare parte dell’Italia e l’accesso al mare ». La battaglia di Marignano (oggi Melagnano), combattuta il 13 e 14 settembre 1515, oppose le truppe del re di Francia Francesco primo ai mercenari Svizzeri, che difendevano il Milanese.

Scherzi a parte, non é la prima volta che delle regioni europee esprimono il desiderio di aderire alla Svizzera. La Ligue savoisienne torna spesso alla carica per proporre l’adesione dell’Alta Savoia et della Savoia (Francia) alla Svizzera. Secondo un sondaggio della Weltwoche del mese di luglio 2010, in queste due regioni l’idea seduce 48% delle persone interrogate contro 39% ostili e 13% senza opinione. Sempre secondo questo sondaggio, nel Vorarlberg (Austria), 52% delle persone sostengono l’idea di aderire alla Svizzera contro 32% ostili e 13% senza opinione. La proporzione delle persone interrogate nella vicina regione di Como – Varese è di 52% favorevoli all’adesione e 44% contrari. Altre regioni limitrofe comme la Valle d’Aosta, la provincia di Bolzano e l’Alsazia sarebbero disposte a prendere in considerazione un’eventuale avvicinamento alla Svizzera.

Una mozione del deputato Dominique Baettig presentata il 19 marzo 2010 al Consiglio nazionale svizzero e sostenuta da altri 28 parlamentari, chiedeva che  «il Consiglio federale è incaricato di proporre un quadro costituzionale e legale che permetta di integrare, quale nuovo Cantone svizzero, le regioni limitrofe, se auspicato dalla maggioranza della popolazione interessata»

Il 30 agosto 2010, Eric Bertinat, deputato ginevrino, depositava a sua volta un progetto di risoluzione : « Il Gran consiglio della Repubblica e cantone di Ginevra domanda all’Assemblea fédérale di rivedere il quadro costituzionale e legale per permettere alle regioni limitrofe di aderire alla Confederazione elvetica in qualità di nuovi cantoni se la maggioranza della loro popolazione lo domanda ».

Nel proporre alle Camere di respingere la mozione Baettig, il 19 maggio 2010 il Consiglio federale motivò il suo parere in questi termini: «Una revisione della Costituzione federale che permetta alle regioni limitrofe al nostro Paese di unirsi alla Confederazione svizzera costituirebbe un atto politico ostile, che gli Stati vicini potrebbero considerare, a giusto titolo, provocatorio e nuocerebbe gravemente alle relazioni con i Paesi in questione. Una tale revisione non sarebbe soltanto politicamente inopportuna, bensì anche problematica sul piano del diritto internazionale. Violerebbe infatti le regole fondamentali del diritto internazionale, che non riconosce un diritto generale alla secessione. Il diritto di secessione costituisce soltanto l'ultima ratio in circostanze eccezionali, che evidentemente non sono date nella fattispecie».

Ma il progetto canton marittimo implica una secessione ? Se non mi sbaglio, si tratterebbe prima di rendersi indipendente dall’Italia ed in seguito, di aderire alla Svizzera quale cantone autonomo. In questo caso non si può parlare di secessione (gruppo solitamente minoritario che si separa dall'unità nazionale per unirsi ad un altro Stato) ma dell’adesione di un entità autonoma e indipendente alla Confederazione. Il diritto internazionale non sarebbe dunque contraddetto. Resta ancora da sapere come la regione Sardegna potrà separarsi dalla madre Patria …

Come svizzero-italiano, nato a Lugano e dunque a pochi passi dalla frontiera, é chiaro che mi rallegro molto della prospettiva di istituire un cantone marittimo in seno alla Confederazione. L’italiano é una lingua minoritaria in Svizzera e costituisce l’8.3% (nel 2013) delle quattro lingue nazionali. Il tedesco, 64.5% ; il francese, 22.6% ; e il romancio, 0.5%. Con l’istituzione di un cantone marittimo si potrà notevolmente equilibrare le lingue parlate in Svizzera, non solo l’italiano ma le parlate latine in generale. I 360'000 abitanti attuali della Svizzera italiana passeranno a circa due milioni e dunque costituiranno più o meno il 25% della totalità degli abitanti di questo paese. L’adesione della Sardegna alla Svizzera non permettera solo di equilibrare la componente linguistica ma pure la componente etnica e culturale (latina) anche a vantaggio dei cantoni romandi.

Infine, con il nuovo cantone marittimo, la componente politica sarebbe pure coinvolta grazie alla sensibilità latina verso i problemi di società (modi di vita, sistemi di valori). Le numerosissime votazioni che hanno luogo in Svizzera saranno inflenzate da una maggiore partecipazione « latina » e permetteranno alla Confederazione di evolvere verso una maggiore apertura ai problemi sociali e al mondo esterno. Resta da vedere quale sarà la reazione dei movimenti nazionalistici svizzeri e della destra in generale (sopratutto della Svizzera tedesca) che non vedranno di buon occhio questo dato di fatto…

A questo proposito, attenzione pure al numero di cantoni che si vorrebbero creare con la nuova entità sarda. Ho sentito parlare di uno, quattro, fino a sette cantoni (marittimi). Come si sa, nel caso di referendum, in Svizzera vige il principio della doppia maggioranza (popolo e cantoni). Non è quindi sufficiente la maggioranza dei voti espressi, ma si valuta anche il risultato della votazione a livello cantonale; per l'accettazione del referendum è necessario che il risultato ottenga la metà più uno dei voti popolari ma anche un riscontro positivo di almeno 14 cantoni. Se si moltiplicano i cantoni latini all’infinito non so quale sarà la reazione della maggioranza (di popolo e di cantoni) svizzero-tedeschi…

A mio modesto modo di vedere, quattro cantoni marittimi corrispondenti alle quattro provincie « storiche » (Cagliari, Oristano, Sassari e Nuoro) sarebbero attuabili in chiave di superficie, popolazione e urbanità (città capitale).

Auguri, dunque. Che l’idea pazzoide diventi realtà. È quello che auguro ai promotori del progetto, a tutti i sardi ma anche ai ticinesi e agli svizzeri che aspirano all’apertura in tutti i sensi (e non solo l’accesso al mare).

 

( contributo di Silvio Guindani - Pully - Canton Vaud)

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