
Un isola al centro del Mediterraneo, con un clima eccellente, una natura generosa, un ritmo di vita tranquillo con la possibilità di praticare sport e tante attività all’aria aperta tutto l'anno.
E poi tanti immobili e aree pubbliche o demaniali inutilizzate da riqualificare.
Questa è la Sardegna.
Una nazione efficiente, che pone la formazione e la ricerca scientifica tra le proprie priorità.
Questa è la Svizzera.
Un isola al centro del Mediterraneo, con un clima eccellente, una natura generosa, un ritmo di vita tranquillo con la possibilità di praticare sport e tante attività all’aria aperta tutto l'anno.
E poi tanti immobili e aree pubbliche o demaniali inutilizzate da riqualificare.
Questa è la Sardegna.
Una nazione efficiente, che pone la formazione e la ricerca scientifica tra le proprie priorità.
Questa è la Svizzera.
Ora pensiamo di miscelare questi ingredienti: il life style sardo, con la cultura della formazione svizzera….. e immaginiamo il risultato !!!
In un mondo in cui il talento è diventato la valuta centrale della competitività, tanto per le imprese quanto per le economie nazionali, gli investimenti in “competenze per l’idoneità al lavoro” e formazione professionale sono la chiave per attrarre, non far scappare e sviluppare i talenti.
L’INSEAD, l’istituto internazionale di direzione aziendale leader nel mondo, ha appena pubblicato l’edizione 2014 del “Global Talent Competitiveness Index (GTCI).
Quest’indice, che misura la competitività di una nazione in base alla qualità di talento che questa è in grado di produrre, attrarre e non far scappare, vede per il secondo anno consecutivo la Svizzera al primo posto, seguita da Singapore e Lussemburgo rispettivamente al secondo e al terzo posto.
Bruno Lanvin, coautore del report, ha commentato: “È alquanto sorprendente il fatto che tra i tre paesi in testa alla classifica Svizzera, Singapore e Lussemburgo, due siano paesi senza sbocco sul mare e uno sia un’isola. Dovendo far fronte a sfide geografiche specifiche e a una quasi totale assenza di risorse naturali, questi paesi non hanno avuto scelta se non quella di optare per economie aperte.
In passato le scelte disgraziate della politica italiana hanno portato in Sardegna le grandi industrie della petrolchimica.
Sappiamo purtroppo bene come è andata a finire: un fallimento sotto quasi tutti i punti di vista. Migliaia di operai e impiegati disoccupati o cassintegrati, ampie zone ambientalmente deturpate e con un inquinamento pesantissimo, decine di miliardi di euro sprecati e ruberie di ogni genere da parte di imprenditori “continentali” con pochissimi scrupoli e di tanti politici conniventi.
Oggi Sardegna e Svizzera potrebbero unire i propri punti di forza, citati prima, per costruire ed investire in una nuova forma di industria, a bassissimo impatto ambientale e altissimo valore aggiunto: la Fabbrica dei Cervelli e della Conoscenza.
Tante strutture oggi abbandonate e dismesse riprenderebbero vita, diventando scuole di formazione, poli universitari, laboratori tecnologici di ricerca
La Sardegna diventerebbe un polo di attrazione internazionale e una delle mete più ambite d’Europa.
L’economia isolana avrebbe un impulso enorme da questa nuova “energia pulita”
La Sardegna, finalmente valorizzata, offrirebbe un futuro migliore ai propri figli !!!
Dalla petrolchimica al Talento……
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